Casa di accoglienza

Casa Novella

Fondata a novembre del 2001, la Casa di accoglienza “Novella” ospita bambini dagli 0 ai 6 anni, in situazioni di rischio personale e sociale con misure di ordine protettivo. Casa Novella ha la missione di contribuire alla difesa dei diritti dei bambini, salvaguardando il diritto alla convivenza familiare e comunitaria.

L’Accoglienza é temporanea fino al superamento della situazione di rischio e in tal caso i bambini possono essere reintegrati nella famiglia di origine, invece, in casi eccezionali vengono affidati ad una famiglia adottiva. Tuttavia, il principale obiettivo di Casa Novella, sin dalla sua creazione, é il loro reinserimento  nelle famiglie di origine.

Il nostro Obiettivo

Il nostro obiettivo é accogliere i bambini in situazioni di rischio personale e/o sociale, vittime di violazione dei diritti (negligenza, abbandono, violenza psicologica, fisica e sessuale) sotto ordine di protezione emesso dal Tribunale dei Minori e dai Servizi Sociali. Il direttivo di Casa Novella si occupa anche dell’accompagnamento socio familiare delle famiglie di origine, puntando al superamento della situazione di pericolo e contribuendo a ristabilire la capacità protettiva della famiglia. Data la possibilità di ospitare fino a dodici bambini dagli 0 ai 6 anni, la prospettiva di accoglienza istituzionale é temporanea ed eccezionale. 

 

Come aiutiamo 

  • Accoglienza istituzionale 
  • Difesa dei diritti
  • Accompagnamento familiare 
  • Rafforzamento dei legami tra la famiglia e la rete socio assistenziale 
  • Consulenza tecnica 

(31) 3434-9390

Premio vinto come riconoscimento del lavoro svolto:

“Accogliere chi è accolto”

– Rosetta Brambilla

Quattro storie che hanno ispirato Casa Novella

Novella Scardovi e le famiglie accolte

“Soltanto nell’ accoglienza, l’uomo trova la strada per vivere. Ci sono famiglie che hanno perso la loro consistenza al punto di creare uomini privi di senso di appartenenza”

Novella Scardovi

Novella Scardovi con il suo lavoro di accoglienza ha ispirato Casa Novella. Nacque in Italia, nel 1949 e accolse nella sua abitazione bambini e giovani con gravi problemi familiari, dipendenti dalla droga e dall’alcool. Per fare questo, indispensabile fu l’appoggio di un gruppo di psichiatri, di una comunitá terapeutica e di una associazione di famiglie affidatarie. Nel 1996, inaugurò una casa più grande ed adeguata per l’accoglienza di persone ad alta vulnerabilitá sociale. Nonostante la sua morte improvvisa in un incidente stradale, il suo lavoro continua ancora oggi, in Italia, con il sostegno della sua grande amica Adele Tellarini. 

“O menino que mora debaixo da ponte tem o mesmo desejo de felicidade que qualquer outro menino.”

Palavras de Rosetta Brambilla

Padre Luigi Valentini o Gigio e l’investimento negli asili 

L’impegno di padre Luigi Valentini o Gigio con la costruzione e la manutenzione degli asili iniziò nel 1980, a causa di un incendio in una favela di San Paolo. La sua presenza fu fondamentale nella periferia paulista per aver salvato la vita di tre bambini, chiusi in una baracca in fiamme. Questo evento spinse padre Gigio a voler proteggere quelle famiglie e quei bambini; iniziando ad investire nella costruzione di un asilo a San Paolo e di altri sette spazi in varie città del Brasile.

La storia di Tiago e la nascita di Casa Novella

Ancora neonato, Tiago Ainda, fu assistito da Marco Matos, medico pediatra e uno dei fondatori di casa Novella. Nelle prime visite, il bambino era in buona salute e la madre era sempre disponibile a seguire le istruzioni, tuttavia, nei tre mesi di vita iniziò ad apparire sporco, con eruzioni cutanee, perdita di peso, otite e diarrea. La madre cominciò ad assumere un comportamento distante e insieme al bambino scomparvero per sette mesi. Al loro ritorno, Tiago aveva già dieci mesi e soffriva di denutrizione di terzo grado con un quadro di infezione e di salute disperato e Marco Matos propose di portare il bambino sotto la cura di Jardim Felicidade. La madre accettò la proposta, venne aiutata e dopo alcuni mesi fu pronta ad accogliere il figlio Tiago. La storia di Tiago rappresentò l’impulso iniziale per la crezione della Casa di accoglienza Novella nel 2001.

I fondi per la costruzione provengono dal progetto di emergenza – Centro Di Accoglienza per Bambini in Situazine di Rischi, dall’Ambasciata d’Italia, e della Prevenzione dell’abbandono, accoglienza e reinserimento familiari di Bambini in situazioni di rischio, dalle Commissione per le Adozioni Internazionali.

Rosetta Brambilla e il lavoro negli asili

L’infermiera Rosetta Brambilla arrivò in Brasile nel 1964. Nella decade del 1980 lavorò in un piccolo centro sanitatario nella periferia di Belo Horizonte e si occupò dei  problemi della popolazione. La sua prima grande causa fu quella di partecipare, insieme a padre Pierluigi Bernaregi alla formazione dell’Associazione degli Abitanti di Aluguel (AMABEL), per richiedere fondi pubblici per l’acquisto di lotti nella favela e la costruzione di abitazioni. Concretizzata la richiesta, le case furono costruite con uno sforzo comune e gli abitanti chiamarono il nuovo quartiere Giardino della Felicità.

Rosetta, di seguito si dedicò all’educazione dei bambini. “Io lavoravo nel centro sanitario e tante mamme venivano a parlare con me, ogni settimana, dei rapporti con gli uomini e delle durissime situazioni che vivevano. Erano loro a portare avanti la famiglia e non avendo un posto dove portare i bambini, li lasciavano chiusi in casa.” Rosetta sentiva che doveva fare qualcosa per loro e insieme al personale dell’ambulatorio costruirono una casa di 6 metri quadrati con bagno e cucina. “É così che nacque il nostro asilo, che a dire la verità, era appena una baracca,” racconta Rosetta.

Oggi sono attivi gli asili Jardim Felicidade, Dora Ribeiro e Etelvina Caetano de Jesus, il Centro Socioeducativo Alvorada, che ospita attualmente circa 800 bambini e adolescenti e tra loro anche i bambini di Casa Novella. Alla fine del 1990, l’infermeria dell’asilo Etelvina Caetano de Jesus ha lasciato il posto al Centro di Accoglienza che ha fornito assistenza ad un gruppo di bambini provenienti da famiglie a rischio. Questo è stato il primo tentativo di rispondere ad una richiesta della comunità.